Scaricati più di 300 milioni di dollari in bitcoin in un solo giorno dai Miner in difficoltà

I recenti incrementi del costo della componente energetica costringono il settore minerario della blockchain a scaricare oltre 300 milioni di Bitcoin per coprire i costi operativi derivanti dall’estrazione dei Bitcoin.

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Ma perché i Miner hanno abbandonato le posizioni HOLD?

Ci sono varie motivazioni di ordine finanziario che hanno costretto i Miner ad abbandonare le proprie posizioni attendiste, per capitalizzare in dollari la moneta virtuale.

In primis abbiamo l’elevato costo della componente energetica in seguito allo scoppio del conflitto russo-ucraino lo scorso febbraio, che ha portato l’innalzamento del costo dell’energia, necessaria per l’operazione di estrazione.

Unhandled block

L’innalzamento dei costi energetici, quindi, è un problema reale, non soltanto per il Bitcoin, ma per la blockchain in generale che potrebbe danneggiare permanentemente la produttività delle più grandi aziende di estrazione al mondo.

Ma ci sono anche altri fattori che hanno influito sulla scelta dei Miner di abbandonare le posizioni HOLD in maniera così repentina.

Le pressioni inflazionistiche, anch’esse in parte collegate alla guerra; le dimissione dei dirigenti chiave di Compass Mining, aziende specializzata nel mercato decentralizzato che aiuta utenti di tutto il mondo a conoscere ed imparare il mondo dei Bitcoin; l’aumento dei tassi dei prestiti di Bitfarms e la proposta di acquistare le società minerarie in difficoltà, possibilmente con intento speculativo, avanzata da Sam Bankman-Friend; hanno contribuito parecchio alla vendita di oltre 14000 Bitcoin in sole 24 ore, un esodo online che la criptomoneta non sperimentava dal 2017.

Nonostante il trend rialzista che ha investito positivamente le criptovalute dallo scorso giugno, fermando la rovinosa discesa della cripto più amata, i massimi attuali del Bitocoin sono lontani da quelli segnati nei grafici lo scorso novembre, quando il Bitcoin superava i 61.000 dollari.

Oggi il valore di BTC sia aggira intorno ai 23.500 dollari ed è in positivo rispetto alle scorse sessioni, ma l’innalzamento dei costi dell’energia e le recenti pressioni macro-finanziarie, hanno abbassato i margini di profitto dell’attività di estrazione online di criptovalute, aumentandone i costi.

Le aziende più importanti che hanno venduto

Core Scientific, azienda texana leader nel settore della blockchain infrastructure e software solutions, ha venduto non meno di 7000 bitcoin lo scorso giugno e Bitfarms, almeno 3000, con l’intento di rafforzare il proprio bilancio aziendale.

La motivazione è semplice: le aziende sopracitate, benchè operino nel settore delle criptovalute hanno l’handicap di pagare i propri dipendenti, le infrastrutture in cui operano, le tasse e la componente energetica, vero tasto dolente di tutta l’attività di estrazione, in valuta tradizionale, non possono quindi utilizzare le cripto che estraggono.

Core Scientific ha poi dichiarato di aver utilizzato i ricavi della vendita, pari all’incirca a 167 milioni di dollari, per l’acquisto di computer altamente avanzati, costruiti appositamente per l’estrazione di criptovalute; nonché per espande i centri dell’azienda.

Questa decisione non deve stupire: la maggior parte delle infrastrutture statali, infatti, non accetta ancora pagamenti in criptomonete, nonostante l’utilità dimostrata da questo strumento e le possibilità di applicazione della blockchain, possibilmente infinite.

Le aziende, quindi, si ritrovano a dover convertire le criptomonete in valuta classica per sopperire le attività di bilancio in rosso e apportare capitale all’azienda.

Ma chi sono i Miner

La blockchain, tecnologia creata nei primi anni Novanta per la condivisione di cartelle cliniche, utilizza una rete decentralizzata per ovviare i problemi energetici della blockchain stessa.

Grazie alla rete Peer-to-Peer, letteralmente rete tra pari: un gruppo di individui sparsi in tutto il mondo, che fungono sia da server che da client, eliminando la visione classica che vede un computer centrare, il server, che riceve e rinvia i dati, elaborandoli

La rete Peer-to-Peer ha molti pregi, ma quelli principali sono tre

1.      Decentralizza la blockchain che infatti non necessitando di un’unità centrale, non è soggetta a nessun governo, né a nessun sistema tassativo, ma è un organismo virtuale a se stante

2.      Ripartisce lo sforzo energetico tra i componenti della blockchain dove l’utente diventa sia client che server

3.      Permette di compiere transazioni in valuta alternativa, che viene controllata, creata e messa in circolazione in maniera autonoma.

Per quest’ultima operazione servono due figure fondamentali, i nodi, utenti facenti parte della blockchain che in cambio di privilegi non economici controllano che le transazioni fra gli utenti della blockchain siano corrette; ed i Miner, minatori in italiano, che hanno il compito di creare e immettere nel mercato criptovalute come i Bitcoin

Il pagamento di ogni Miner avviene in criptovalute nel momento in cui queste vengono create e varia in base alla Blockchain di riferimento.

Ci rendiamo perciò conto di quanto sia importante la figura del Miner e di quanto possa essere indicativo per il mercato una vendita di massa del Bitcoin da parte di individui che questa cripto, come le possibilità di guadagno, la conoscono meglio di chiunque altro nel panorama del trading online.

Abbandonare la prospettiva HOLD sul Bitcoin, oltretutto, non è un fenomeno che ha coinvolto unicamente i Crypto Wallet delle società più importanti di estrazione di criptomonete, ma anche i piccoli operatori, che intimoriti dalla caduta del prezzo e dalle pressioni in ambito politico-finanziario, hanno venduto i propri BTC cedendo alla tentazione della valuta classica.

Il pagamento di ogni Miner avviene in criptovalute nel momento in cui queste vengono create e varia in base alla Blockchain di riferimento.

Ci rendiamo perciò conto di quanto sia importante la figura del Miner e di quanto possa essere indicativo per il mercato una vendita di massa del Bitcoin da parte di individui che questa cripto, come le possibilità di guadagno, la conoscono meglio di chiunque altro nel panorama del trading online.

Abbandonare la prospettiva HOLD sul Bitcoin, oltretutto, non è un fenomeno che ha coinvolto unicamente i Crypto Wallet delle società più importanti di estrazione di criptomonete, ma anche i piccoli operatori, che intimoriti dalla caduta del prezzo e dalle pressioni in ambito politico-finanziario, hanno venduto i propri BTC cedendo alla tentazione della valuta classica.

Costi energetici, tecnologia ed i piccoli operatori del mercato

In maniera analoga al 2014, quando il trend del Bitcoin aveva subito un’inversione di rotta, perdendo più del suo 50% del suo valore di mercato; anche oggi la diminuzione del prezzo del Bitcoin unita l’innalzamento dei costi della componente energetica e l’avanzare della tecnologia che rende obsoleti strumenti di calcolo acquistati meno di cinque anni prima, hanno spinto molti piccoli operatori a chiudere le proprie posizioni, vedendo i loro margini di guadagno assottigliarsi sempre di più di giorno in giorno.

In un business fortemente improntato da bassi costi dell’energia, le economie di scala eliminano i minatori meno efficienti, lasciando alle aziende più grandi del settore la quota maggiore di Harshrate.

Minore sarà l’harshrate, minore sarà la potenza di calcolo necessaria per l’estrazione di Bitcoin, con un consumo minore di energia.

Tale circostanza avvantaggia fortemente le aziende di notevoli dimensioni che si trovano a poter estrarre un maggiore numero di Bitcoin, a discapito dei piccoli operatori che vedono ridotta la propria quota di mercato.

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