Il mondo della blockchain e delle criptovalute frutta a Dubai un giro di affari superiore a 500 milioni di dollari ogni anno. Molte sono infatti le società che hanno deciso di trasferirsi nella nuova mecca tecnologica.
Le motivazioni sono semplici, tralasciando le disponibilità economiche degli sceicchi arabi, vi è una facilità in termini di legislatura e flessibilità fiscale che in altri paesi mancano, con oltre 1000 aziende che qui hanno trasferito la sede legale e operativa.
Lo sceicco Hamdan Bin Mohammed Bin Rashid Al Maktoum, Principe incoronato di Dubai e Capo del consiglio esecutivo, lo scorso lunedì ha annunciato il lancio di una strategia atta allo sviluppo di un proprio Software a Dubai per il Metaverso, con un ritorno previsto in 4 miliardi di ricavi per l’economia e più di 40,000 posti di lavoro che si svilupperanno nel giro di cinque anni.
Hamad ha dichiarato: “Abbiamo lanciato una strategia per il Multiverso di Dubai, che mira a portare innovazioni nel campo delle nuove tecnologie. Dubai fa da patria a più di mille imprese che operano del Multiverso e nel settore della Blockchain, che contribuiscono con oltre 500 milioni di dollari nella nostra economia”.
Parole chiare e concise, che di sicuro lasciano poco margine d’interpretazione: Dubai si sta aprendo istituzionalmente al Multiverso e alla blockchain.
La persona incaricata alla cura di questa transizione è il CEO della compagnia GroveToken, Yahya John Ghemrawi che avrà il compito di rivoluzionare il mercato della blockchain a Dubai.
Maktoum, ha infatti
proseguito nel suo comunicato dicendo: "Questa è la prima volta per Dubai e
GroveToken avrà il compito di costruire il nuovo Metaverso".
Per la Global community è un incremento in termini di revenue che sicuramente avrà un impatto di miliardi nella compagnia: ogni singola transazione avvenuta nell’universo del Metaverso di Dubai, infatti, frutterà una fee alla compagnia.
Il mondo del Metaverso è di sicuro uno dei più redditizi dell’intera economia mondiale. La sola GroveToken ha venduto più di 500 milioni di dollari in proprietà virtuali lo scorso anno, in un’industria che ha generato 13 miliardi di dollari, cifra che da sola supera il PIL di più di venti nazioni al mondo, paragonabile al PIL del Togo.
Ma, tralasciando per un momento la portata economica di questo cambiamento che si prospetta a dir poco siderale per l’economia di Dubai, l’esigenza di una diversificazione in termini d’investimenti è per Dubai un’esigenza reale, vista la dipendenza che l’economia ha con il petrolio, unica vera fonte di reddito del paese.
Le energie non rinnovabili, comunque, benchè rappresentino una parte importante dell’economia di molti paesi, non devono essere viste come l’unica fonte di reddito di un paese, per diverse ragioni.
In primis stime ufficiali ipotizzano che il non rinnovabile troverà nel rinnovabile un valido nemico, capace di sostituirlo completamente nei prossimi vent’anni, lasciando un paese come Dubai, che fa di questa risorsa la sua unica fonte di guadagno, senza un reddito nazionale.
Questo gli sceicchi di Dubai lo hanno capito ben, fatto testimoniato dall’apertura sempre maggiore a diverse fonti di reddito e tassazioni agevolate che hanno fatto di Dubai una meta per gli affari, sostituendo città più note come New York e London.
La notizia di creazione di un Metaverso con pagamenti in criptovalute, infatti, arriva unicamente dopo le politiche di apertura viste nei confronti della blockchain a Marzo di quest’anno, quando è stato introdotto il primo regolamento degli asset virtuali che mira ad integrare l’economia delle criptovalute con la legislazione locale.
L’apertura delle legislazioni statali alle criptovalute è un fenomeno che stiamo vedendo sempre più spesso all’interno della blockchain, con paesi quali US, UK, Singapore, El Salvador e adesso Dubai che si stanno avvicinando sempre più all’economia decentralizzata.