La pandemia ha lasciato un solco profondo nel modo in cui gli italiani percepiscono il futuro e la guerra in Ucraina di sicuro non ha aiutato il sentimento di stabilità che la popolazione percepisce nei confronti dell’economia e delle istituzioni, definite, in molti casi deboli, inadeguate e, in generale, non pronte a fronteggiare un estendersi del conflitto.
L’incertezza per il proprio futuro ha cambiato le abitudini degli italiani e la mancanza di stabilità li ha spinti ad optare per soluzioni private, con la stipula di assicurazioni a tutela dei propri interessi.
Famiglia e Salute, comunque, rimangono i beni maggiormente assicurati, lo rivela una ricerca condotta dell’osservatorio Change Lab Italia 2030, a cura di Groupama Assicurazioni, che ha il compito di evidenziare i principali trend che influenzeranno il comportamento degli italiani entro il 2030.
La ricerca di quest’anno si è focalizzata sull’impatto che la pandemia e la guerra stanno avendo sul comportamento degli italiani, in termini di propensione al rischio, risparmio e investimenti futuri.
Immediatamente dopo lo scoppio della pandemia più del 40% dei single italiani con figli Piccoli si riteneva pronto a sottoscrivere un’assicurazione privata, con il 13% del campione che dichiarava di averla già fatta ed il 28% che aveva dovuto rinunciare per incombenze economiche personali, che li hanno forzati a procrastinarne la sottoscrizione.
Durante la pandemia le polizze maggiormente sottoscritte erano quelle sulla salute ( 46% ), sulla vita ( 38% ) e sulla casa ( 34%), seguite dalla previdenza integrativa che comunque occupava il 31% del campione.
“ Le criticità affrontate durante la pandemia hanno favorito la consapevolezza che l’assicurazione è necessaria oltre al tradizionale ramo obbligatorio “, aveva dichiarato Pierre Cordier, Amministratore Delegato di Groupama Assicurazioni.
Aggiungendo “La casa, per esempio, anche per effetto del lockdown, è diventata il rifugio sicuro dei propri beni e della propria famiglia. Tuttavia, i principali motivi di preoccupazione emersi sono relativi alle persone, alla loro salute, alle conseguenze finanziarie di possibili eventi avversi. Però questa presa di consapevolezza non si è completamente tradotta in un cambio comportamentale nella ricerca di soluzioni per proteggere il futuro”
Nel 2019 la speranza di vita media in Italia era superiore agli 83 anni, nei due anni successivi è scesa di più di due anni, arrivando a meno di 82 anni, ed il sentimento generale degli italiani attesta una generale sfiducia sulle prospettive dei prossimi dieci anni, il 40% degli intervistati, infatti, pensa che visti i recenti accadimenti, la prospettiva di vita si ridurrà ancora.
L’incertezza, infatti, sembra essere l’unica certezza sulla quale tutti gli italiani sono d’accordo, un italiano su due pensa che il prossimo decennio sarà caratterizzato da incertezza economica e politica.
Il 42% degli italiani
manifesta una profonda incertezza in merito alle prospettive di crescita in ambito
finanziario, con una crescente
propensione al risparmio degli italiani.
Tali percezioni vengono
acuite dalle crescenti tensioni fra le due più grandi potenze nucleari al mondo.
Le prospettive di un conflitto per procura sono tutt’altro che fantasia, e visti i recenti approvvigionamenti di armamenti da parte dell’esercito americano a Kiev; sono un vera e propria realtà.
Le crescenti tensioni fra Washington ed il Cremlino potrebbero avere ripercussioni sull’economia mondiale capaci di trascinarla in una recessione profonda e, possibilmente, senza eguali.
Non è un mistero infatti che gli Stati Uniti vogliano indebolire l’economia Russa con il fine di fiaccare l’opinione che il popolo russo nutre nei confronti di Putin, con il tentativo di rovesciare il governo similmente a quanto avvenuto in seguito alla politica della Perestroika: un obiettivo quasi fantascientifico visto il rispetto di cui il comandante in capo del Cremlino gode in Russia.
Benché l’Italia grazie ad un clima mite ed alle scorte di Gas proveniente dal Gasdotto Libico di Proprietà dell’ENI, sembra destinata a soffrire meno dei rincari dovuti ad un’eventuale interruzione degli approvvigionamenti di Gas naturale da parte della ditta Russa Gazprom all’Europa; gli effetti sull’economia del belpaese sembrano inevitabili, così come un incremento del costo di beni e servizi.
L’aumento di Gas e Carburante, infatti, ha un effetto che potremmo definire a boomerang sull’intera economia vista la profonda dipendenza che l’industria ha nei confronti delle risorse non rinnovabili.
Un aumento del prezzo del
gas porterà un aumento del prezzo dell’energia che a sua volta si ripercuoterà
negativamente nelle tasche degli italiani e nelle imprese che dovranno
sostenere costi superiori per la componente energetica.
Questi rincari porteranno
un innalzamento dei prezzi dei beni di consumo con una riduzione del potere
d’acquisto e un possibile innalzamento dell’inflazione.
Oltretutto, se l’Italia dipende in misura pari al 40% del gas Russo e può in generale sopperire ad una mancanza improvvisa da parte di Gazprom, per altre natazioni Europee potrebbe non essere così.
La Germania, per esempio,
oltre a non beneficiare di un clima mite, dipende dal gas russo in misura pari
al 100%.
Un’interruzione da parte di Gazprom avrebbe delle conseguenze
devastanti per l’economia Teutonica, con perdite calcolabili in miliardi.
Perdite che si estenderebbero all’intera unione europea, vista l’interconnessione esistente fra la Germania e l’economia dell’unione.
Un sentimento d’instabilità sempre maggiore nei confronti dell’economia e delle politica sono conseguenze logiche e prevedibili, specialmente in seguito ai dati portati dalle statistiche generali che vedono in calo la prospettiva di vita ed il benessere economico. Ne risente finanziariamente anche un asset rifugio come quello dell’oro nel 2022.
La propensione che gli italiani verso le assicurazioni private, siano esse a tutela dei beni o della saluta, non stupisce, ma spaventa: tralasciando gli strascichi del covid, più di tipo economico che politico, la guerra in Ucraina pone molti quesiti di ordine politico-finanziario.
Una mancata risoluzione del conflitto prima dell’estate avrebbe conseguenze devastanti non soltanto per l’Ucraina, ma anche per le potenze Europee che fanno del gas russo una fonte d’approvvigionamento importante e difficilmente sostituibile, quantomeno in una logica di breve periodo.