L’euro digitale, cos’è?

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Dal 2009 abbiamo visto l’ingresso nel mercato di differenti monete elettroniche, prevalente legate alla sfera privata che hanno profondamente cambiato l’assetto finanziario globale.

In questo panorama di digitalizzazione, il sistema economico corrente non può far altro che riadattare le proprie politiche di pagamento ed emissione del denaro, integrandosi sempre di più con sistemi economici ritenuti più avanguardistici ed efficaci.

L’euro digitale s’inserisce a pieno titolo con l’intento di avvicinarsi maggiormente ad un sistema che se non integrato nelle metodologie di pagamento correnti rischia di limitare o rimpiazzare del tutto le valute classiche.

Come funziona l’euro digitale e quali sono le differenze con le cripto?

Possiamo descrivere l’euro digitale come una valuta parallela a quella attuale, non è quindi una nuova moneta, ma un meccanismo che integra quello vigente, ampliandone le possibilità.

Contrariamente dalle criptovalute del settore privato, che non hanno un organo centralizzato di controllo, l’euro digitale dovrà sempre sottostare ai dettami della BCE, che ne garantirà il controllo sia in termini di valore che emissione nel mercato.

L’euro digitale faciliterà le transazioni tra i 19 paesi dell’unione europea che abbracciano l’euro rendendo le transazioni molto più sicure e veloci, garantendone anche la tracciabilità.

Ma quali saranno le differenze tra le cripto private e L’Euro Digitale?

Facciamo un esempio pratico per capirlo meglio utilizzando la cripto più famosa nel panorama della DeFi: il Bitcoin.

La blockchain utilizza una rete Peer to Peer, che non necessita di un’unità centrale per funzionare, ma sfrutta la potenza congiunta di differenti computer che fungono sia da client che da server, sparsi in tutto il mondo.

Senza entrare troppo nel dettaglio, la blockchain non necessita di un’unità centrale che gestisca il flusso dati. Inoltre, grazie alla criptofirma, l’anonimato delle transazioni è sempre garantito senza rinunciare alla tracciabilità delle transazioni che vengono registrate nella Blockchain.

La blockchain va quindi vista come un’unità decentralizzata di gestione e generazione del denaro che garantisce la massima trasparenza e l’anonimato delle transazioni, tramite un meccanismo di immagazzinamento dati che può essere modificato soddisfano parametri molto rigidi ed impossibili da falsificare.

Inoltre, come abbiamo visto, la rete Peer to Peer sfrutta la potenza di computer differenti che fungono sia da client che da server, vanificando la visione classica di gestione e generazione del denaro che necessita di unità centrale di controllo.

L’Euro digitale, invece, deve sottostare alle leggi imposte dalla Banca Centrale Europea, non viene generato automaticamente e clienti atti a possederlo, banche, aziende, cittadini, non effettueranno le transazioni in forma anonima, ma sempre tramite l’utilizzo di ID reali, associati  a persone fisiche o giuridiche.

L’Euro digitale sarà la valuta elettronica di riferimento della Bce, ed è identificato dall’acronimo CBDC ( valuta della banca centrale ). Esso permetterà di depositare direttamente denaro presso la Banca centrale europea tramite un conto digitale, un Wallet per intenderci.

Come aprire un conto per possedere euro digitali?

La Bce non è ancora entrata nel dettaglio della modalità precisa, ma in un comunicato rilasciato direttamente sul sito, ha dichiarato che il compito verrà relegato alle banche e ad alcune Fintech che offriranno portafogli elettrici in euro ai propri clienti per conto della Bce.

Non sappiamo ancora l’entità che ogni portafoglio elettronico potrà avere né l’entità dei pagamenti che saranno possibili utilizzando l’Euro digitale, ma la Bce ha fatto intendere che saranno comunque di modesta entità, dell’ordine di qualche centinaia di euro, insomma.

L’euro digitale e la Blockchain

Comunemente alla controparte privata del mercato cripto valutario, l’Euro digitale utilizzerà la blockchain per il trasferimento dei dati, garantendo la sicurezza delle transazioni. Ma differentemente alle cripto classiche, esso sarebbe gestito e controllato senza l’utilizzo di una rete Peer to Peer, cardine dell’intera Mission delle criptovalute, ed il suo controllo sarà gestito tramite il database della Banca Centrale Europe, non sarà quindi un organismo indipendente, ma centralizzato.

Ed in questo sta la differenza principale, quantomeno concettualmente, con il mondo delle DeFi ( finanza decentralizzata) , il cui controllo non è assoggettato a nessun ente centrale.
Spesso, infatti, possedere una criptovaluta significa fare parte di un mondo che dà accesso al controllo, l’emissione e spesso le decisioni aziendali di un intero sistema economico, in forma più o meno attiva.

Questa possibilità non è nemmeno lontanamente presa in considerazione dalla Bce, che nell’Euro digitale vede la prospettiva di integrare al sistema classico di pagamenti i comprovati benefici messi in evidenza delle cripto del settore privato.

Quali saranno i benefici dell’Euro digitale?

Tralasciando l’impatto ambientale che avrà sull’intero ecosistema, in termini di emissioni tossiche e deforestazione, temi via via più sensibili; una valuta digitale ha dei benefici sostanziali in termini di sicurezza, precisione e tracciabilità.

L’euro digitale permetterà di eseguire le transazioni nelle più totale precisione, senza errori di calcolo dovuti alla mente umane.

Le transazioni, inoltre, verranno immagazzinate nel database della Bce che ne garantirà la trasparenza e la tracciabilità, tramite un meccanismo simile nel core ai sistemi di monitoraggio del denaro oggi presenti.

L’obiettivo dichiarato dell’Euro digitale è quello di integrarsi e affiancarsi alla controparte cartacea, non di sostituirla, quantomeno nel breve periodo.

Il report della Bce sull’Euro digitale, infatti, stabilisce chiaramente che la nuova criptovaluta mira a specifici obiettivi strategici comuni all’Eurozona, non alla sostituzione totale dei sistemi classici di pagamento.

L’Euro digitale va visto come l’evoluzione di un sistema datato che altrimenti rischia di essere soppiantato o quantomeno danneggiato dal settore privato, ipotesi che potrebbe traghettare nuovamente l’economia mondiale ad un’altra recessione, simile a quella vista successivamente al fallimento dei Mutui Subprime.

Quanto varranno gli euro digitali?

Contrariamente al valore delle criptomonete del settore privato, il cui andamento ci ha abituati a veri e propri rally nei grafici azionari, il valore dell’Euro Digitale non subirà mutamenti se non quelli a cui la moneta classica è soggetta.

Ma quando è previsto l’arrivo dell’Euro Digitale?

La data di consegna non è certo prossima, stando alle fonti ufficiali il suo arrivo sul mercato non è previsto prima di 4 anni .

Devono ancora essere performati test relativi alle reali capacità e alle possibilità tecnologiche legate all’Euro Digitale, il cui utilizzo come abbiamo detto verrà esteso all’intera Eurozona, con un bacino di utenza che supera i 400 milioni di persone.

Il consiglio direttivo della Bce ha infatti dichiarato che le fase di test vera e propria deve ancora cominciare, e dovrebbe durare all’incirca 3 anni.

Tali fattori posticiperanno l’ingresso in scena dell’Euro Digitale non prima del 2026, vista la portata planetaria di questo progetto che di sicuro non ammette errori di calcolo o programmazione.

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