Cos’è un Blockchain Bridge e come funziona?

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La blockchain è un ecosistema in pieno fermento, varie sono le nuove possibilità tecnologiche che di giorno in giorno sfociano nell’universo tecnologico delle criptovalute aggiungendo possibilità interessanti al fine di facilitare le transazioni valutarie.

La tecnologia Bridge non fa eccezione, nata con lo scopo di sopperire alla mancanza di interoperabilità delle varie DEX, ovvero la mancanza di interconnessione che rende difficile trasferire le criptovalute da un Exchange ad un altro.

Spieghiamolo in maniera semplice, prima di addentraci nel concetto: uno sviluppatore, nel momento in cui crea un token in universo tecnologico nel mondo della DeFi e costruisce la sua applicazione decentralizzata.
Per esempio Ethereum, lo fa per sfruttare i benefici della piattaforma in termini di dimensioni, autorevolezza e così via.

Creando una crypto in una determinata piattaforma, lo sviluppatore del Token, pur usufruendo degli aspetti positivi, subisce anche quelli negativi in quanto deve necessariamente operare in un unico Exchange.

Ethereum, per esempio, pur essendo la piattaforma più conosciuta ed una delle più utilizzate, è un universo tecnologico ormai decennale, largamente superato in termini di velocità di calcolo e scalabilità, problemi critici per ammissione della piattaforma stessa.

Creare un Token su Ethereum significa usufruire della piattaforma più autorevole nel mondo della DeFi, la prima a lanciare la tecnologia degli smart contract e delle ICO, con le quali imprenditori di tutto il mondo possono accedere a finanziamenti istantanei creando progetti finanziati da coin creati appositamente per la piattaforma.

Purtroppo, creando il tuo token su Ethereum, esso rimarrà per così dire vincolato alla piattaforma di creazione, con i down side enunciati precedentemente.

Il bridge, il ponte della Blockchain

La tecnologia Bridge nasce per sopperire ai problemi relativi alle differenti blockchain, sfruttando i benefici di Blockchain differenti trasferendo i token in Exchange differenti, in maniera reversibile o meno, spieghiamolo meglio.

Le tecnologie bridge operano con due diversi protocolli, che in base alla Blockchain Bridge possono essere unidirezionali o Bidirezionali.

Quando un bridge trasferisce un coin da una blockchain ad un’altra lo fa modificando la criptovaluta originale, sottoforma di coin Wrapped, ovvero una criptomoneta convertita in forma compatibile con i protocolli della blockchain di destinazione.

Per esempio, se volessimo trasferire un Sol verso un Crypto Wallet situato nella blockchain Ethereum utilizzando un Bridge, la criptovaluta di destinazione, quella che raggiungerà Ethereum, sarà un Token compatibile con questa piattaforma.

Nel caso dell’esempio menzionato, il token che raggiungerebbe la piattaforma di Ethereum sarebbe un generico token ERC-20, le cui caratteristiche tecnologiche sono compatibili con la piattaforma di destinazione.

Ora, questo processo può essere reversibile o meno e qui entrano in gioco le Blockchain Bridge unidirezionali o bidirezionali.

Nel caso in cui usassimo un bridge unidirezionale, il token che trasferiamo, una volta modificato, non potrà più essere riconvertito per la piattaforma di partenza, è questo il caso di Wrapped Bitcoin che permette di inviare Bitcoin verso la piattaforma di Ethereum ma non il trasferimento inverso.

Nel caso di Bridge bidirezionali, invece, questo trasferimento è reversibile: una volta Wrapped il Coin potremmo ritrasferirlo nella Blockchain di partenza. È questo il caso di Wormhole e Multichain due Blockchain Bridge bidirezionali che permetto di trasferire i Token bidirezionali da Blockchain differenti.

Chiarito questo punto, I bridge sono decentralizzati o no?

Anche in questo caso abbiamo due categorie di Brige tecnology, che in base ad i protocolli operativi, prediligono un approccio centralizzato o meno.

Le blockchain bridge centralizzate fanno parte di organizzi di controllo, spesso società, che stabiliscono arbitrariamente i requisiti necessari per l’utilizzo e ne controllano la struttura tecnologica, le transazioni e così via.

I bridge DeFi, invece, si comportano in maniera del tutto simile ad una blockchain classica, per quanto riguarda il controllo delle transazioni, con degli individui che controllano le transazioni in cambio di Token, similmente ai Nodi.

Il controllo è volto a verificare che gli Smart Contract che contengono i token Wrappen rispettino i protocolli di trasferimento.

Ma perché è conveniente usare un Blockchain Bridge?

Sono molti i vantaggi che potrebbero spingerti a trasferire le tue criptovalute su una blockchain differente da quella di creazione

Come detto in precedenza, uno sviluppatore di dApp su Ethereum si troverà ad avere dei benefici intrinsechi alla popolarità della piattaforma, la sua notorietà ed il generale senso di rispetto che essa gode nel panorama mondiale.

Far parte della community di Ethereum significa essere parte integrante di un Exchange che, oltre ad aver fatto la storia degli Smart Contract e dell’ICO, è ancora una delle piattaforme più utilizzate e grandi al mondo. Primato che non sembrerebbe in pericolo, quantomeno nel breve-medio termine.

Purtroppo, Ethereum ha dimostrato di essere una piattaforma con diversi problemi in termini di velocità di calcolo e scalabilità, dovuta anche alla mole di Token che giornalmente vengono creati tramite i suoi protocolli.

Pertanto, trasferire i propri coin su un’altra piattaforma utilizzando un bridge ha due risultati, benefici per entrambe le piattaforme: tu potresti usufruire dei benefici della Community di Ethereum ed Ethereum stessa vedrebbe ridursi il traffico che congestiona la sua piattaforma.

Quindi le piattaforme di Exchange hanno accolto con favore questa nuova e rivoluzionaria tecnologia che aumenta il grado in interconnessione e riduce i problemi relativi alle ingenze di traffico.

Non è tutto oro quello che luccica

Bisogna comunque considerare i problemi legati alle blockchain Bridge, specialmente in termini di sicurezza informatica relativa ad i furti di criptovalute.

Esempi emblematici sono i furti di avvenuti all’interno di Wormhole, Ronin Network e Horizon che hanno visto volatilizzarsi più di un miliardo di dollari in criptomonete, questo solo nell’ultimo anno.

Il perché sta nel fatto che trasferire una risorsa economica è sempre un’operazione che comporta dei rischi, in quanto si devono utilizzare dei protocolli di trasferimento e tecnologie relativamente nuove e che spesso non vengono testate in larga scala da un task force adeguata al compito.

Detto ciò, le problematiche relative ai furti di criptovalute non devono inficiare il rendimento di tutta la Blockchain ma di un compartimento, in quanto essi non possono essere generalizzati a Blockchain differenti che utilizzano protocolli criptografici diametralmente opposti e servono scopi differenti.

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