È possibile arrivare a conclusioni diverse su uno stesso asset? Assolutamente si, ed accade molto più spesso di quanto si possa pensare.
Benché entrambe si occupino di trading, l'analisi tecnica e quella fondamentale, infatti, possono arrivare a conclusioni differenti, per via degli strumenti di giudizio utilizzati per l’una o l’altra disciplina.
In linea di massima, è comunque buona norma basare le proprie previsioni tenendo in considerazione entrambe le discipline.
In questo articolo spiegheremo il funzionamento e le differenze principali di queste due materie cercando di capirne i punti di forza o le debolezze che rendono l’una più o meno adatta dell’altra per il giudizio di un dato mercato o asset.
Ideale per strategie di breve periodo, trading intraday, scalping e strategie di medio termine, essa si basa su concetti geometrico-matematici per stabilire i trend di mercato e le strategie d’investimento da adottare.
In generale, potremmo definire l’analisi tecnica come la scienza del trading, essa venne introdotta per la prima volta da Charles Dow, all'inizio del 900.
Dow, conosciuto anche per aver fondato il Wall Street Journal e l’indice piu famoso del mondo, il Dow Jones, basava i suoi investimenti con l’ausilio di concetti matematici e strumenti geometrici quali trend lines, supporti e resistenze, generando i più alti mai registrati.
Dow vedeva il trading come una scienza matematica più che umanistica e le sue previsioni non prendevano minimamente in considerazione i risvolti politico economici che coinvolgevano i mercati finanziari.
L’evoluzione del suo pensiero ha portato alla creazione dell’analisi tecnica, la quale si basa su tre principi fondamentali.
Il prezzo è il risultato perfetto fra la domanda e l’offerta esistenti. Il prezzo secondo Dow va visto come un contenitore di tutte le informazioni presenti sul mercato in un momento dato, anche quelle appartenenti ad una cerchia ristretta di persone, definita come privilegiata, che aveva accesso ad informazioni maggiormente dettagliate rispetto a specifici asset.
Il prezzo non va studiato, va accettato. Nell’analisi tecnica viene visto più una causale indipendente al trader che un indicatore per i suoi investimenti.
Questa affermazione demarca una profonda linea di confine fra l’analisi tecnica e l’analisi fondamentale, che vede il prezzo come una dato molto importante, un indicatore di prim'ordine, ma questo lo vedremo più avanti nella lettura dell’articolo.
Il movimento dei trend, secondo Dow, non è per niente casuale: esso dipende dalla natura abitudinaria delle persone, le quali con comportamenti simili, danno vita a trend rialzisti o ribassisti.
Il trend, inoltre, continuerà a seguire una data direzione finché esso non verrà interrotto da un avvenimento esterno, che ne cambierà la direzione.
L’obiettivo dell’analisi tecnica è quello di individuare questi trend con l’ausilio di trend line, supporti ed altri strumenti di ordine geometrico matematico.
Come abbiamo detto, secondo Dow gli esseri umani sono abitudinari, pertanto le azioni fatte in passato, influenzando trend ribassisti o rialzisti, tenderanno a ripetersi nel futuro, dando vita a veri e propri cicli finanziari.
Lo scopo dell’analisi Tecnica sta essenzialmente l’individuazione dei cicli finanziari per capire quando entrare o uscire dai mercati generando un profitto e minimizzando le perdite.
Creata nel 1928 dall’economista inglese Benjamin Graham, che la introdusse per primo all’università statunitense della Columbia, l’analisi Fondamentale si basa su concetti diametralmente opposti all’analisi Tecnica, dando peso ad indicatori politico finanziari per determinare il valore reale di un asset, che potrebbe essere maggiore, minore o uguale al suo valore di mercato.
Come valore reale, intendiamo il prezzo che riflette al meglio le caratteristiche finanziarie, di conto economico e di bilancio di un determinato asset.
Il valore reale è per sua natura un concetto impossibile da definire, non è infatti possibile stabilire con precisione scientifica questo dato, ma di sicuro esistono indicatori capaci di aiutarci in questo compito.
Per calcolare questo valore, l’analisi fondamentale prenderà in considerazione vari fattori di ordine Politico-Finanziario.
Questi dati, ovviamente, avranno un peso specifico per l’analisi di ogni singolo asset, incidendo in maniera differente.
Il bilancio riassume il patrimonio di una società, esso comprende le risorse che rappresentano un valore economico per la società stessa, così come le sue passività, ovvero gli obblighi che la società deve assolvere; ed infine il capitale detenuto.
Per collegare questi elementi utilizzeremo la formula seguente:
Attività = Passività + Capitale
Esso è un prospetto contabile nel quale si tendono a spiegare le cause per le quali una certa risorsa finanziaria ha subito una variazione, sia essa positiva o negativa.
In termini spicci, nel rendiconto finanziario si trovano tutti quei valori societari che hanno determinato una variazione del capitale, determinando un’entrata o un’uscita e le loro spiegazioni.
Esso riporta tutti i ricavi ed i costi di competenza dell’esercizio. La differenza fra ricavi e costi rappresenta il conto economico dell’esercizio.
Facile intuire che una società risulterà prospera quando il risultato del conto economico sarà un numero maggiore a zero, di molto maggiore.
Questi dati sono solitamente di ordine pubblico e le varie società, per questioni di trasparenza, li mettono a disposizione di chiunque volesse consultarli.
Questi dati sono solitamente attendibili in quanto la falsificazione comporterebbe conseguenze gravi per un’azienda, che spesso si traducono in cause legali con perdite dal volere di milioni.
L’analisi fondamentale, trae delle conclusioni cercando di stabilire se il prezzo di un asset corrisponda o meno al suo valore reale, prendendo in considerazione tutti questi dati, per stabilire se un asset è sovraprezzato o meno.
Come abbiamo detto all’inizio di questo capitolo, un trader di successo baserà le proprie previsioni prendendo in considerazione entrambe queste discipline, ma ci sono comunque delle caratteristiche che rendono l’analisi tecnica e quella fondamentale più o meno adatte ad un dato investimento, vediamole insieme.
In linea di massima possiamo dire che l’analisi fondamentale è più adatta per investimenti di lungo termine, mentre l’analisi tecnica si sposa benissimo per orazioni di breve e medio termine, per l’intraday trading, e lo scalping.
Le tue finanze hanno un peso cruciale, esse determinano in parte le strategie sulle quali basi i tuoi investimenti, interferendo con l’arco temporale.
Un'operazione con un CFD per sua natura non potrà avere un arco temporale di lungo termine, in quanto i contratti derivati difficilmente superano i 6 mesi.
Inoltre un investimento di lungo termine, necessità di ingenti somme di denaro che ti permetteranno di mantenere la tua posizione.
Le strategie ribassiste difficilmente si sposano con il trading di lungo termine, pertanto chi vende allo scoperto predilige l’utilizzo dell’analisi tecnica, dando comunque peso all’analisi fondamentale.
Se decidi di comprare, andare long, l’arco temporale nel quale operi varia dal breve medio o lungo termine, quindi i tuoi investimenti tenderanno a basarsi sia sull’analisi tecnica che su quella fondamentale.
Le operazioni di trading speculativo, per loro natura, prediligono finestre temporali ridotte, nelle quali i trader aprono e chiudono un elevato numero di posizioni basandosi su logiche principalmente matematiche, pertanto l’utilizzo dell’analisi tecnica è più indicato per questa tipologia di trading.
D’altro canto, un'operazione di mercato che mira ad acquisire i dividendi e a mantenere la posizione per un elevato periodo temporale, prediligerà l’analisi fondamentale per basare le proprie decisioni, consapevole della necessità di acquisire informazioni relative al conto economico, al rendiconto finanziario e al bilancio dell’azienda, per capire lo stato di salute della stessa e determinare se si tratta di un investimento saggio o di una mossa avventata.